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Mittente |
Ariosto Ludovico |
Destinatario |
[d'Este] [Alfonso I], Duca di Ferrara |
Data |
17/4/1523 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Castelnuovo |
Luogo di arrivo |
Ferrara |
Incipit |
Essendo io a questi giorni a Ferrara, accadé che dui figliuoli di ser Evangelista |
Contenuto e note |
Ariosto riporta al suo signore Duca i dettagli di un crimine commesso durante la sua permanenza a Ferrara [marzo 1523]: due figli di ser Evangelista dal Silico tentarono di usare violenza su una donna di Castelnuovo; scampata all'aggressione, la giovane provvedette a denunciare l'accaduto al capitano della città. Uno degli assalitori, tale prete Iob, avrebbe poi poi colpito la madre della ragazza per vendetta lasciandola in fin di vita. Essendo costui un "chierico ordinato in sacris", grazie alle bolle d'ordinazione apportate dal padre e da una lettera inibitoria prodotta dal Vescovo di Lucca, Iob fu prosciolto da ogni accusa. L'autore usa l'episodio per lamentarsi dei numerosi ostacoli che gli impediscono di procedere legalmente contro gli esponenti del clero; conclude poi l'epistola citando altri casi analoghi di ecclesiastici macchiatisi di omicidio e tuttavia rimasti impuniti: fa menzione pertanto di un prete Matheo, "homicida et assassino publico" [già comparso nella Lettera n° 55] e di un certo prete Antonio da Soraggio. |
Fonte o bibliografia |
Ludovico Ariosto, Lettere, a cura di Angelo Stella, Milano, Mondadori, 1965, pp, 124-125, L. 66 |
Compilatore |
Ghiroldi Stefano |
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