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Mittente |
Ariosto Ludovico |
Destinatario |
[d'Este] [Alfonso I], Duca di Ferrara |
Data |
16/7/1523 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Castelnuovo |
Luogo di arrivo |
Ferrara |
Incipit |
Pier Morello m'ha portato una di vostra excellentia ne la quale essa mi riprende ch'io |
Contenuto e note |
Dopo aver ricevuto per mano di Pier Morello [ufficiale del dazio a Castelnuovo] una reprimenda del duca circa la condotta tenuta nel trattare un contenzioso fiscale tra il predetto Morello e il Pisano [Iacopo degli Augustini da Pisa], Ariosto ricostruisce per il suo Signore l'andamento della causa giudiziaria. L'autore dice di essersi consultato con messer Matheo Casella [giureconsulto ferrarese] e di aver poi proceduto nel reperire nuovi pareri legali a Lucca. Ariosto non nasconde l'avversione nutrita dal Morello nei suoi confronti; l'uomo aveva cercato il sostegno del commissario ducale promettendo lauti compensi, ma Ludovico si era rifiutato di cedere ai tentativi di corruzione. Prosegue sottolineando la palese colpevolezza di messer Piero [Morello], il quale tra indugi e dilazioni cerca di ritardare il giudizio. Seguono lamentele circa la lentezza con cui il processo si sta svolgendo, a causa del continuo temporeggiare degli ufficiali giudiziari, più desiderosi di lasciare l'incarico ad altri che di punire Piero [Morello]. In conclusione Ariosto elenca i nomi di Soardino, Gianpietro Atolino, Simon di Lorenzo e Valdrigo, ufficiali in servizio "al tempo che la causa fu commessa", i quali non mancherebbero di espletare il proprio compito senza "mirar di dare il carico al successore". |
Fonte o bibliografia |
Ludovico Ariosto, Lettere, a cura di Angelo Stella, Milano, Mondadori, 1965, pp. 198-201, L. 102 |
Compilatore |
Ghiroldi Stefano |
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