Mittente Ariosto Ludovico Destinatario [d'Este] [Alfonso I], Duca di Ferrara
Data 25/11/1522 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Castelnuovo Luogo di arrivo Ferrara
Incipit Per ubidire alla excellentia vostra ho fatto chiamare gli homini de la Vicaria
Contenuto e note Ariosto notifica al Duca di Ferrara il decadimento di Tommaso Micotto dall'incarico di podestà di Trasilico e l'elezione provvisoria a tale ufficio di Achille Granduccio, uomo verso cui l'autore sembra nutrire la massima stima; prosegue descrivendo l'arroganza dimostrata dal capitano di Camporeggiano nei suoi confronti nel richiedere un'ammenda pecuniaria per un contenzioso avuto con un certo Leonardo da San Romano. Ariosto torna poi sulla vicenda di Balduccio [da Careggini, omicida già citato nella lettera n° 47], il quale aveva ucciso un uomo insieme con un certo prete Matheo e "dui altri ribaldi"; l'autore sospetta una possibile combutta tra Balduccio e il capitano di Camporeggiano. Successivamente, chiamando a testimone messer Tito [notaio fedele agli estensi, poi cancelliere dell'Ariosto], riferisce al duca di aver ricevuto per mezzo di messer Zan Iacomo [Gian Giacomo Cantello] delle profferte di amicizia da parte di Domenico d'Amorotto. L'autore non pare assolutamente certo sulla fedeltà dell'Amorotto ed invita il suo signore ad agire con la massima prudenza. Comunica poi che due preti, uno da Reggio e l'altro da Sillano, mandati da Domenico d'Amorotto, hanno fatto visita ad Alberto Pio da Carpi [Alberto III Pio di Carpi-Savoia] a Lucca allo scopo di ottenere per il loro signore il commissariato sulla piana di Reggio; Ariosto riporta l'esito positivo dell'ambasceria. La lettera si conclude con il resoconto dei provvedimenti presi contro Pierino Magnano, al momento presente in Ferrara presso sua eccellenza ducale.
Fonte o bibliografia Ludovico Ariosto, Lettere, a cura di Angelo Stella, Milano, Mondadori, 1965, pp. 98-103, L. 55
Compilatore Ghiroldi Stefano
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