Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giustiniani Pier Giuseppe
Data 29/1/1637 Tipo data Congetturale
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Piacemi, che Vostra Signoria apprende a scrivere alquanto lungamente; et empie mezzo foglio; così fate finché ritorniamo
Contenuto e note A Chiabrera piace che Giustiniani scriva lungamente e riempia mezzo foglio e dice all'amico di fare così fino a quando torneranno ai loro dialoghi sotto le logge [di Fassolo]. Chiabrera non è né infermo, né gagliardo, ha avuto la forza di sopportare la stagione invernale, ma non è forte a sufficienza per affrontare l'inverno dei suoi anni, la vecchiaia. Ma chi si lamenta dopo aver passato gli ottantaquattro anni è "poco discreto". Ha intenzione di andare a trovare Giustiniani dopo il Carnevale, e di rimettersi in forze grazie alla primavera di Fassolo, di bere il vino di Rigone. Intanto legge, non scrive nulla, cammina e beve per confortarsi. Chiabrera non può inviare le "scritture" chieste dal Giustiniani, poiché non sono state stampate. Le porterà, "le quali non sono cose fresche, trattane una fantasia per le erte di Toscana" [Potrebbe trattarsi del sermone XXIV al conte Orso d'Elci, ministro del Granduca di Toscana, 'Oggi che avete alle bell'onde d'Arno', cfr. 'Opere di Gabriello Chiabrera e lirici del classicismo barocco', Torino, Utet, 1974, p. 491]. Chiabrera mandò il componimento colà [in Toscana], gli dissero che il Granduca [Ferdinando II] lo accettò volentieri e Chiabrera non ne ha copia. Le "canzonette" stampate a Roma, non le ricorda [il riferimento è forse alle 'Canzonette', Roma, Corbelletti, 1625]. Sa di aver bruciato "molte ciance a penna e in stampa", e probabilmente le canzonette saranno tra queste. Non ha rivisto altro che due volumi di canzoni e di vari componimenti a verso sciolto, chi vuole altro "dal suo Parnaso", non cerchi presso di lui. [La datazione della lettera in 'Lettere del Signor Gabriello Chiabrera Nobile Savonese e Poeta famoso [...]', Bologna, Lelio della Volpe, 1762 è solo "29 gennaio". L'anno è quasi certamente il 1637, poiché Chiabrera cita la sua precisa età:"ottantaquattro anni"].
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 490
Compilatore Agliardi Silvia
Torna all’elenco dei risultati