Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giustiniani Pier Giuseppe
Data 1636 Tipo data Congetturale
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Io non rifiuto la sicurezza del mio habitare in Genova, e se Vostra Signoria l'ottiene non me ne mandi i fogli
Contenuto e note Chiabrera confida che sia sicuro abitare a Genova [presso il Giustiniani], e se Giustiniani ottiene questa sicurezza, non mandi i fogli a Chiabrera, ma li conservi. Chiabrera farà lo sforzo di trascorrere la Pasqua con Giustiniani, se i freddi non glielo impediranno. Vorrebbe trovarsi nella casa di Giustiniani, affinché questa diventi nuovamente italiana, non più francese e spagnola [probabilmente la casa di Giustiniani era stata requisita dai soldati]. La colpa dell'insuccesso del Padre Predicatore [non identificato] deve cadere sul popolo, il quale non l'ha apprezzato. Se la colpa fosse del Padre Predicatore, non cambierebbe nulla ed essa rimarrebbe una colpa. Demostene è sempre piaciuto "ad un modo", e così Cicerone. Chiabrera si prepara a passare l'estate a Fassolo [presso il Giustiniani], ma se dovesse indugiare un po' [ad arrivare], "non paia miracolo". Bacia le mani alla Signora Emilia. [La lettera datata "febbraio 1636", si inserisce dopo la precedente 'Hebbi una dolcissima preghiera di Vostra Signoria di venire costì, io risposi e diedi conto di me lungamente', per lo stesso proponimento di passare la Pasqua con Giustiniani].
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 466
Compilatore Agliardi Silvia
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