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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Giustiniani Pier Giuseppe |
Data |
1635 |
Tipo data |
Congetturale |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Vostra Signoria ha bene inteso; avvenne un giorno, che saldando conti col mio contadino in un momento perdei la vista, la favella |
Contenuto e note |
Chiabrera parla di un malore avuto, dal quale si sta riprendendo, e dell'intenzione di trascorrere l'inverno a Fasciolo [Fassolo, presso la villa del Giustiniani]. Egli perdette la vista, la favella, le forze e la memoria e ritrovò se stesso dopo meno di mezz'ora. Dice di essere in attesa del pupillo [Giulio Pavese, per cui cfr. Lettera del 16.5.1629 'È piaciuto a Dio di voler seco la Signora Marzia; hora penso al suo herede', e lettera 438 del 4.10.1634 'Rendo a Vostra Signoria Illustrissima le gratie molte, e grandi, le quali devo per le cortesie compartite']. Chiabrera ha messo insieme i componimenti da lui stampati e ne ha aggiunti altri, che vuole lasciare dopo la sua morte come suoi "arnesi". Altri li lascerà agli amici, in sua memoria, e perché furono composti per suo "solazzo", li chiamerà con questo titolo [per i 'solazzi', cfr. lettera 420 del 1632 'La lettera di Vostra Signoria emmi venuta hoggi, però rispondo tardi. Piacemi ch'ella stia bene']. Ne invia un piccolo fascicolo al Giustiniani, affinché ne faccia ciò che vuole. Ha voglia di ricrearsi costì [a Fassolo, presso il Giustiniani], senza né leggere né scrivere, ma cinguettando a dismisura. [La lettera pare collocarsi dopo quelle dell'autunno 1635 per la questione della revisione delle poesie, particolarmente attiva in questo periodo]. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 459 |
Compilatore |
Agliardi Silvia |
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