Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giustiniani Pier Giuseppe
Data 3/2/1635 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Ho letta la lettera di Vostra Signoria et il Breve; parmi che il negotio habbia havuta desiderabile fine
Contenuto e note Chiabrera ha letto la lettera di Giustiniani e il Breve [cfr. lettera 435 del 1634, 'Emmi venuta la risposta di Monsignor Errera, et io la mando; Vostra Signoria vedrà la cagione de gli indugi']. Gli pare che l'affare sia andato a buon fine e gli sembra ragionevole renderne grazie all'eminentissimo [Monsignor Francesco Herrera]. Riguardo all'ascrizione alla nobiltà genovese, risponde con gratitudine a tutti i Signori, soprattutto a Giustiniani. Ma è grato più di tutti al signor Giovanni Francesco [Giovanni Francesco Brignole, contrario all'ascrizione di Chiabrera alla nobiltà genovese], poiché "tale attione" [l'ascrizione di Chiabrera] non avrebbe potuto essere lodata, anche se questa fosse stata ottenuta. Chiabrera non aveva scusa: egli era a cinque ore di cammino da Genova e non si era fatto vedere, nonostante chiedesse al Principe la cosa più preziosa che potesse donargli [il comportamento di Chiabrera sarebbe risultato vergognoso]. I temporali sono orribili, se potesse scrivere non sentirebbe noia, ma i polpastrelli gli si gelano. Aspetta notizie dallo stampatore [Nel 1635 si colloca la seconda edizione dell''Amedeide', Genova, Pavoni, 1620. La stampa avvenne non a Genova, come sperava, ma a Napoli], ma crede che gli converrà uscire dalla provincia per stampare. [La data è dubbia: gli editori precedenti propongono 1634, il che porterebbe a retrodatare anche le lettere 443, 444, 446]
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 445
Compilatore Agliardi Silvia
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