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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Giustiniani Pier Giuseppe |
Data |
26/5/1629 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Veggo quanto Vostra Signoria mi scrive del negotio mio. Ho chiesto e supplicato per ben amministrare |
Contenuto e note |
Chiabrera vede ciò che Giustiniani gli scrive riguardo al suo affare [la tutela del nipote Giulio]. Afferma di aver supplicato per organizzare la tutela nel modo migliore, poiché è dannoso che i tutori si trovino uno a Firenze o a Roma e uno a Savona, e poiché non può restare sempre a Savona, a causa dei suoi affari. Ma se ai magistrati di Terraferma sembra opportuno agire in altro modo, facciano la loro volontà [La supplica di Chiabrera, con la quale chiedeva la tutela totale del nipote Giulio, non aveva sortito l'effetto sperato. Sulla supplica cfr. Lettera del 16.5.1629, Lettera del 20.5.1629 e Lettera del 21.5.1629]. Ringrazia Giustiniani [per essersi occupato di questo affare]. Se credesse che la propria presenza potesse far cambiare idea al Magistrato [del Magistero di Terraferma], verrebbe [a Genova], ma se il Magistero non crede alle parole di Giustiniani, non crederebbero nemmeno alle sue. Egli deve avere un compagno e con lui ritirare a nome del nipote l'eredità della Signora Marzia [Spinola]. Poi bisogna assumere due procuratori a Napoli e informarli degli affari [i Pavese, familiari di Marzia, suocera di Chiabrera, avevano molti beni a Napoli]. Il Borzone [Luciano Borzone] scrisse a Chiabrera che avrebbe voluto andare a Massa e poi a Firenze, ma egli non ha sue lettere. Chiede a Giustiniani di fargli sapere se è partito e se suo figlio è rimasto a casa. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 397 |
Compilatore |
Agliardi Silvia |
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