Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giustiniani Pier Giuseppe
Data 16/5/1629 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit È piaciuto a Dio di voler seco la Signora Marzia; hora penso al suo herede; mi bisogna un decreto in Terraferma
Contenuto e note La Signora Marzia [Marzia Spinola, suocera di Chiabrera] è morta e ora Chiabrera pensa al suo erede [il nipote Giulio, del quale gli è affidata la tutela]. Ha bisogno di un decreto di Terraferma [del Magistrato di Terraferma, istituzione per le cause civili di Genova e delle Riviera] per avere qualcuno con cui condividere la tutela del nipote, oppure per essere il solo tutore. Sarebbe più utile sia per il nipote che per lui essere l'unico ad occuparsi della tutela, poiché è impossibile che il Chiabrera viva a Savona e possa occuparsi di ciò che serve da lontano, tramite lettere. Per questo manda questi fogli e prega Giustiniani di far sì che il Signor Cavalli [il poeta dialettale Giangiacomo Cavalli, per cui cfr. lett. 409 del 10.12.1630, 'Viene l'elogio. Vaglia per segno di amicitia; e per argomento'] solleciti la spedizione. Chiede a Giustiniani di far sì che vengano lette le sue ragioni e che lo considerino un uomo per bene. Se vogliono dargli un compagno, chiede di avere la moglie Lelia [Lelia Pavese], che è come una madre per il nipote Giulio, il quale deve essere suo erede. Ricevuto il decreto, farà gli atti necessari presso la Corte e partirà, poiché ha necessità di ravvivarsi, di vedere le Muse in viso, o almeno il monte su cui abitano.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 394
Compilatore Agliardi Silvia
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