Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Strozzi Giovambattista
Data 27/6/1623 Tipo data Effettiva
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo Firenze
Incipit Parmi già havere scritto a Vostra Signoria che a me era raccomandato un negotio molto grave della nostra patria
Contenuto e note Chiabrera ha già scritto a Giovambattista Strozzi che a lui era affidato un negozio [la richiesta di pagamento per le spese della darsena, interrata dalle mareggiate] importante e che si trovava a Genova da molti mesi. Per questo dubitava di non poter andare [a Firenze] a celebrare la festa di San Giovanni. Ora è certo di non poter andare, poichè il negozio non è terminato. Deve sollecitare questo affare, per questo deve tornare a Genova tra un paio di giorni. Vuole comunicarlo a Strozzi affinché non lo ritenga un "parolaio, poeta fuor di Parnaso". Porterà a termine il compito da cittadino e poi verrà a visitare la Santissima Nunziata [la Basilica della santissima Annunziata, a Firenze], a inchinarsi davanti al Serenissimo Granduca [Ferdinando II de' Medici] e a godere le gentilezze degli amici, tra i quali lo Strozzi è il primo. Pensa di stampare il poema di Firenze ['Firenze', Firenze, Ciotti, 1628, cfr. lettera 357 del 24.1.1620, "È vero che alcune lettere di Vostra Signoria sono malcapitate, mal prenda i marinari"], per non capitare davanti a Sua Altezza Serenissima [Ferdinando II de' Medici, Granduca di Toscana] senza fargliene dono. L'ha composto con verso sciolto, e ha esposto le ragione di questa scelta in un dialoghetto [Il Vecchietto. Dialogo intorno al verso eroico volgare, leggibile in 'Opere di Gabriello Chiabrera e lirici del classicismo barocco', Torino, Utet, 1974, p. 527, in cui lo Strozzi e il Vecchietti discutono sulla libertà del verseggiare senza rime. Cfr. la stessa lettera 357 del 24.1.1620]. Lo ha consegnato al sign. Boccalandri affinché lo mandi a Firenze. Secondo Chiabrera non si può poetare con dignità tramite rime obbligate e afferma che Torquato Tasso gli disse di voler scrivere un poema in verso sciolto, per ridurre la poesia eroica a perfezione. Chiede informazioni su Monsignor Ciampoli [Giovanni Ciampoli, segretario dei Brevi]. Comunica il desiderio di iniziare l'Anno Santo [celebrato da Urbano VIII nel 1625] a Roma, dopo essersi riposato a Firenze.
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 380
Compilatore Agliardi Silvia
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