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Mittente |
Campanella Tommaso |
Destinatario |
Paolo V (Camillo Borghese) |
Data |
13/8/1606 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Roma |
Incipit |
È naturale anche ai bruti deboli servirsi dell’industria contra li possenti |
Contenuto e note |
[Copia] È un lungo appello al papa [Paolo V] con cui chiede di esser tratto a Roma e di esservi giudicato da [Cesare] Baronio e [Roberto] Bellarmino e per mostrare che la sua causa non può esser terminata a Napoli dove sono sempre stati ascoltati i suoi nemici: Carlo Spinelli, il principe della Roccella [Fabrizio Carafa], il barone di Gagliato [Giovan Geronimo Morano], il barone di Bagnara [Carlo Ruffo], il consiglier Sciarava [Luis Xarafa del Castillo]. Rivanga i fatti di Calabria con tutte le sue orribili conseguenze compresa l'impiccagione di Maurizio [de Rinaldis]. Sostiene siano veritiere le affermazioni fatte al Nunzio [Iacopo Aldobrandini] e al Vescovo di Caserta [Deodato Gentile]. Esamina anche la sua condizione giuridica, dando per giunta la spiegazione delle promesse, delle finzioni e degli inganni a cui era ricorso. Appone successivamente [primi di settembre] un importante poscritto per l'interdetto di Venezia destinata, secondo lui, a soccombere. |
Fonte o bibliografia |
Tommaso Campanella, Lettere [1591-1639], a cura di Germana Ernst su materiali preparatori inediti di Luigi Firpo, con la collaborazione di Laura Salvetti Firpo e Matteo Salvetti, Firenze, Olschki, 2010, pp. 24-33 |
Compilatore |
Liburdi Annarita |
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