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Mittente |
Aretino Pietro |
Destinatario |
Vecellio Tiziano |
Data |
3/1550 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Per averci, o Messer Tiziano, la consanguineità dell'amicizia annodati insieme gli animi con la indissolubile catena della fratellanza |
Contenuto e note |
A dimostrazione di un affetto sincero, la lettera esprime a Tiziano la vicinanza di Pietro nel drammatico momento della scomparsa di sua sorella Orsa: la perdita di una donna tanto generosa (si era presa cura dei tre figli del fratello dopo la morte della madre) non può non suscitare le lacrime in chiunque l'abbia conosciuta. Tuttavia, poiché è dovere del Cristiano assecondare la volontà divina, Aretino, piuttosto che compiangere la sofferenza dell'amico, la loda. Lo esorta infine, allo scopo di attenuare la pena, a dedicarsi assiduamente alla propria arte, impugnando quel celeste pennello con il quale riesce a portare alla vita creature innumerevoli, conforto per sé e per gli altri. |
Fonte o bibliografia |
Pietro Aretino, Giorgio Vasari, Tiziano, a cura di Stefano Zuffi, Milano, Abscondita, 2008, pp. 28-29. |
Compilatore |
Favaro Francesca |
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