Mittente Aretino Pietro Destinatario Vecellio Tiziano
Data 2/1545 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo
Incipit Che maraviglia se i Signori (i quali per avere avuto in ascendente l'arcobaleno, hanno i cervelli di cangiante) imitano in ogni loro instabilità d'azione
Contenuto e note Per consolare Tiziano delle difficoltà che affronta nei rapporti con la famiglia Farnese, Aretino (a propria volta vittima dell'arbritrio di chi appartiene a un illustre lignaggio), paragona l'umore instabile e incostante dei potenti al cangiare dell'arcobaleno. Tuttavia, l'alternativa a questa mutevolezza (che, affascinante nella gamma cromatica dell'antica Iride, si traduce invece in danno se connota il modo d'agire dei potenti) sarebbe ancora peggiore: infatti i signori, di per sé inclini al male, se invece che volubili si mostrassero tenaci non farebbero altro che intestardirsi pervicamente nell'ostilità verso gli stessi uomini.
Fonte o bibliografia Pietro Aretino, Giorgio Vasari, Tiziano, a cura di Stefano Zuffi, Milano, Abscondita, 2008, pp. 16-17.
Compilatore Favaro Francesca
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