Mittente Aretino Pietro Destinatario Vecellio Tiziano
Data 9/11/1537 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo
Incipit È stato saggio accorgimento il vostro, compare mio
Contenuto e note Pietro Aretino si complimenta con Tiziano poiché egli, in un'Annunciazione, ha opportunamente reso omaggio alla sovrana cui ha destinato il dipinto, ossia Isabella del Portogallo, sposa di Carlo V, inviandole l'effigie dell'imperatrice celeste. Dell'opera (per noi perduta), Aretino fornisce una descrizione che anima, sulla pagina, l'immagine dell'angelo, splendente di luce e al contempo soffice, nelle sue ali di cigno. Egli si dichiara sopraffatto, invece, dalla soavità del volto della Vergine, indicibile. Nella conclusione della missiva, Aretino constata l'onore che Tiziano arreca a Venezia in virtù dei dipinti realizzati a San Marco (il riferimento è alla Battaglia di Cadore, ampia tela predisposta per la sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale e peraltro conclusa dall'artista, nel 1577, con un certo ritardo). L'ultimo riferimento - un graffio sottile - è riservato agli stolti che conferiscono a Tiziano la palma nell'esclusiva arte del ritratto, rifiutandosi tuttavia di ammettere le altre sue capacità: Aretino li paragona ai malevoli che, astiosi, conferiscono alla sua penna il dominio della sola maldicenza.
Fonte o bibliografia Pietro Aretino, Giorgio Vasari, Tiziano, a cura di Stefano Zuffi, Milano, Abscondita, 2008, pp. 11-12.
Compilatore Favaro Francesca
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