Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Farnese Alessandro
Data 28/1/1547 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Roma]
Incipit La Illustrissima Signoria mi ha chiamato in collegio questa mattina e mi ha detto che ad istanza de gli huomini di Ceneda
Contenuto e note La Signoria rivendica di essere stata costretta a togliere al vescovado di Ceneda la giurisdizione temporale dalle proteste degli abitanti contro il cardinal Grimani [Marino, il quale aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia], ma non avevano intenzione di attenuare la loro reverenza nei confronti della sede apostolica e del papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese]. Essendo ora cessata la causa delle proteste, poiché il Grimani è morto, il Senato ha stabilito che tutto torni com’era prima della deliberazione, purché il papa elegga nuovo vescovo una persona gradita alla Serenissima e purché si risolva senza problemi la questione del Patriarcato di Aquileia. Di tutto ciò, scriveranno all’oratore [l’ambasciatore veneziano a Roma, Giovanni Antonio Venier]. Il Casa ritiene che il decreto sia buono e che i veneziani siano sinceri tuttavia manifesta il dubbio che, avendo essi detto che avrebbero restituito la giurisdizione al nuovo vescovo e non al vescovado, essi possano toglierla ancora quando il nuovo vescovo morirà, ma non ha comunicato pubblicamente il dubbio. Questa causa è comunemente ritenuta molto difficile, e averla risolta darà molta reputazione al papa, tanto più che la risoluzione è passata in Pregadi "poco meno che con tutte le ballotte [cioè quasi all’unanimità]" e il Casa ritiene sia suo compito rassicurare la Signoria che il vescovo sarà persona gradita e che la vicenda del Patriarcato di Aquileia sarà risolta. Saranno invece abbattuti i detrattori della sede apostolica, i quali "quando vedranno questi offitii così laudabili l’uno di obedienza et reverenza, et l’altro di paterna affettione et di amorevole gratitudine, saranno costretti a por giù la loro perfidia". La Signoria ha avvisi da Costantinopoli del 29 [dicembre] secondo i quali il Turco [il Sultano Solimano il Magnifico] sta armando fino a 100 galere e sta finendo un galeone e Roccandolfo [Cristoph von Rogendorf] ha ricevuto dal Sultano un cerimoniale simile alla lancia spezzata, nonostante viva ancora da cristiano. I francesi dicono di avere avvisi del 20, secondo cui il segretario Gherardo [Gerard Veltwijck, inviato imperiale nell'Impero Ottomano, cfr. Bart Severi, Denari in loco delle terre, in "Alta orientalia academia scientiarum hungaricae", vol. 54 (2-3), 2011, pp. 211-256] aveva avuto udienza da Solimano in Adrianopoli [odierna Edirne]. Inoltre i veneziani hanno lettere dal campo [gli accampamenti della lega antiprotestante tra papa e imperatore] del 17 [gennaio] in cui si dice che il Langravio [Filippo d’Assia] aveva ripreso forze, che il Duca di Sassonia [il principe elettore Giovanni Federico I] aveva conquistato alcuni territori del Re dei Romani [Ferdinando I d’Asburgo] e che, in generale, per Sua Maestà [Carlo V d’Asburgo] l’impresa non era semplice. A Venezia si continua a dire che i protestanti hanno ricevuto denaro dalla Francia.
Fonte o bibliografia Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 86v - 88r, copia del segretario Erasmo Gemini. Parzialmente edita in Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in “Studi Storici”, XVI (1907), pp. 571-572 e nota.
Compilatore Boggiani Alessandro
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