Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Farnese Alessandro
Data 22/1/1547 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Sopra le cose di Ceneda io intendo che questi Signori Illustrissimi di collegio
Contenuto e note Pare che i senatori siano tutti d'accordo sul portare in Pregadi [Senato] la causa di Ceneda [il vescovo Marino Grimani aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia, arrogandosi quindi la piena giurisdizione sulla città. La Signoria aveva allora deciso di togliere al vescovado il potere temporale], tranne uno, che è persona poco soddisfatta dell'operato della Sede Apostolica. Si è comunque fatto Pregadi e forse hanno discusso la vicenda, ma non è sicuro. Il Casa ha ricordato la causa al Principe [il Doge Francesco Donato], il quale gli ha risposto benignamente, alimentando la speranza che la Signoria farà di tutto per compiacere il papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese], ma non può nuocere che il papa stesso ricordi la causa al Clarissimo oratore [l'ambasciatore veneziano a Roma Giovanni Antonio Venier]. Antonio Pesaro fu in Collegio per chiedere una lettera ufficiale sui frutti del Patriarcato di Costantinopoli, la quale fu ottenuta senza problemi [cfr. la lettera del Casa del 15 gennaio 1547, incipit: "Per quanto io ritraggo questi Signori Illustrissimi non risponderanno anco per questo corriero"]: Monsignor Hilarione, che è qui per alcuni affari di Monsignor di Sant'Angelo [Valerio Cancellieri], andrà a recuperare questi frutti. Il Doge e i senatori hanno pregato il Casa che raccomandi al papa il Pesaro, il quale è "pover gentilhomo e ha patito assai per la morte del Cardinal Grimani [Marino]". La Signoria ha avuto lettere dalla Francia del 3 [dicembre] in cui si dice che il Langravio [Filippo d'Assia] e Monsignor Dolfino [il Delfino di Francia Enrico di Valois] si erano incontrati. Ha inoltre lettere da Praga dall'oratore [Lorenzo Contarini, ambasciatore veneziano a Ferdinando I d'Asburgo, Re dei Romani] secondo cui il duca [Giovanni Federico I, in realtà principe elettore] di Sassonia aveva recuperato il suo stato e il duca Maurizio [l'effettivo duca di Sassonia] si era ritirato a Lipsia. Ci sono poi lettere del 19 [probabilmente dicembre] da Costantinopoli in cui si dice che il Turco [il Sultano Solimano il Magnifico] non tornerà in città e che i preparativi bellici continuano, forse diretti contro i cristiani. Il signor Don Diego [Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia] il 20 [gennaio] era ancora a Mantova dove aspetta un dispaccio da Sua Maestà [Carlo V d'Asburgo]. Si diceva che il giorno dopo sarebbe arrivato lì Don Bernardo [Hurtado de Mendoza, fratello dell'ambasciatore]: don Diego spera che porti il suddetto dispaccio e di poter partire poi per la via di Bologna.
Fonte o bibliografia Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 85v - 86v, copia del segretario Erasmo Gemini. Inedita
Compilatore Boggiani Alessandro
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