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Mittente |
Della Casa Giovanni |
Destinatario |
Farnese Alessandro |
Data |
18/12/1546 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Venezia |
Luogo di arrivo |
[Roma] |
Incipit |
Scrissi l'ultime mie alli 11 et di poi ho havute le lettere di Monsignor Reverendissimo et Illustrissimo Camerlengo |
Contenuto e note |
Ha scritto l'11 [dicembre] e ha poi avuto le lettere del Camerlengo [Guido Ascanio Sforza] dello stesso giorno. La Signoria ha lettere da Costantinopoli del 10 novembre, in cui si dice che l'esercito di terra [del Sultano Solimano il Magnifico] era imponente, mentre l'armata di mare era piuttosto scarsa, che il Segretario Gerardo [Gerard Veltwijck, inviato imperiale nell'Impero Ottomano, cfr. Bart Severi, Denari in loco delle terre, in "Alta orientalia academia scientiarum hungaricae", vol. 54 (2-3), 2011, pp. 211-256] era guarito ma non si era ancora recato dal Sultano, che il Segretario veneziano che era stato trattenuto [il segretario di Alessandro Contarini, Balio di Costantinopoli] era stato rilasciato [cfr. la lettera del Casa dell’8 dicembre 1546, incipit: "Il corriero ordinario non è anchor giunto con le lettere"]. Da Costantinopoli sono anche arrivati alcuni amici del Casa, che hanno confermato le notizie sull'esercito, aggiungendo che pareva loro che il Veltwijck non fosse stato molto considerato. Domenico Arriano, tornato dalla Francia, riferisce che i protestanti chiedono denari a Sua Maestà [Francesco I di Valois], il quale probabilmente li concederà, per evitare che essi gli muovano guerra e per poter a sua volta muoverla a piacimento. Monsignor Dolfino [il Delfino di Francia Enrico di Valois] spinge però il Re a far intervenire direttamente l'esercito e ha accettato che il Signor Piero [Strozzi] rimanga in Italia a risolvere la sua contesa [col conte di San Secondo Pietro Maria de' Rossi, cfr. Francesco Trucchi, ‘Vita e gesta di Piero Strozzi fiorentino’, Firenze, 1847, pp. 43-47]. Tra tre o quattro giorni verrà mandato a Costantinopoli Monsignor de Ramon [Gabriel de Luetz, Baron et Seigneur d'Aramon et de Vallabregues, ambasciatore francese a Costantinopoli, conosciuto come Gabriel d'Aramon, da cui l'italianizzazione in "Ramon"]. Monsignor Ciantiglion [l'abate di Châtillon-sur-Marne, cfr. Giovanni della Casa, ‘Galateo’, a c. di Stefano Prandi, Torino, Einaudi, 2000, pp. 30-31 e nota] è andato a Padova e dicono che andrà a Milano, Firenze e Roma. Il Signor Galeotto [Galeotto II Pico della Mirandola] e lo Strozzi sono andati alla Mirandola senza aver negoziato nulla coi senatori, sebbene un amico del Casa gli abbia ripetuto che l'ambasciatore [di Francia a Venezia, Jean de Morvilliers] ha l'ordine di cui ha scritto più volte [cioè di trattare un’alleanza tra la Francia e Venezia, cfr. la lettera del Casa del 4 dicembre 1546, incipit: "Come scrissi per l'ultime Monsignor Reverenidssimo Farnese partì sabbato passato"]. La Signoria ha stabilito di mandare un ambasciatore in Inghilterra e in Pregadi si dovrà decidere tra Giannetto Cornaro, Daniel Barbaro e Federico Badoero [in realtà a essere eletto sarà Bernardo Navagero, il quale però rinuncerà all'incarico, venendo sostituito da Domenico Balani, cfr. Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in "Studi Storici", XVI (1907), pag. 390]. Il Rettore di Bergamo [il podestà Daniele Venier] ha fatto arrestare un canonico della terra per avere informazioni su un omicidio. Quando il Coadiutore ha ordinato che il canonico, in quanto ecclesiastico, gli fosse consegnato, il Venier ha rifiutato e così il Coadiutore lo ha scomunicato: la reazione del podestà è stata chiudere la Chiesa. Il Casa dubita che il vescovo [di Bergamo, Pietro Bembo] possa confermare la scomunica, a causa della contrarietà dei Capi. Inoltre, gli agenti del Coadiutore hanno chiesto al Nunzio di non parlare della vicenda in Senato, né egli può effettivamente parlarne, poiché egli non la conosce "se non così in aria": i senatori hanno comunque preso una decisione, ma il Casa non ha ancora potuto sapere quale sia. Il papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese], ha commesso al Casa una causa tra il cardinal Grimani [Marino] e l'attuale patriarca di Aquileia [Giovanni Grimani], per la quale fu necessario nominare un economo sopra le entrate di Ceneda, il qual economo ha avuto ordine di consegnare quelle entrate a Vittorio Grimani. Il podestà di Ceneda, inoltre, interpreta a suo modo quali siano i frutti spettanti alla giurisdizione temporale e quali no. Il Signor Don Diego [Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia] ha chiesto licenza di partire per le feste e, quanto al nome del suo successore, non si sa nulla. L'arcivescovo Cesariense [cioè il titolare dell'arcidiocesi di Cesarea, in Palestina: nella ‘Hierarchia Catholica’ non si riporta la data del passaggio di consegne tra Alderico Biliotti (entrato in carica nel 1523) e Giacomo Benuzio (deceduto nel 1572)] ha visitato il Casa mandato dal Patriarca di Costantinopoli [Ranuccio Farnese] e sostiene di star andando dal papa per conto dello stesso Patriarca. |
Fonte o bibliografia |
Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 78r – 79r, copia del segretario Erasmo Gemini.
Inedita.
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Compilatore |
Boggiani Alessandro |
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