Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Farnese Alessandro
Data 11/12/1546 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Scrissi a Vostra Signoria Reverendissima et Illustrissima alli 8 per uno estraordinario
Contenuto e note Ha ricevuto le lettere del Camerlengo [Guido Ascanio Sforza] del 3 [dicembre, contenuta in Vat. Lat. 14831, cc. 325-326]. Il 6 è arrivata da Trento la copia di una lettera del 28 [novembre] di Monsignor Verallo [Girolamo, Nunzio Apostolico in Austria] nella quale egli scriveva ai Presidenti del Concilio che nel campo del Langravio [Filippo d'Assia] c'era stato un ammutinamento e che egli era in fuga con pochi dei suoi. Ne ha avvisato subito la Signoria, che non ne aveva notizia dal suo oratore [Alvise Mocenigo] e il Principe [il Doge Francesco Donato] si rallegrò molto del successo di Sua Maestà Cesarea [Carlo V d'Asburgo]. Il giorno dopo arrivò da Trento la conferma di questa notizia: quando il Casa la comunicò al Doge, egli rispose allo stesso modo, aggiungendo di avere avuto conferma dal Mocenigo. Hanno poi saputo, in una lettera del 5 [dicembre], quello che il Casa scrisse [al cardinal Alessandro Farnese] l'8. Il conte [Galeotto II Pico] della Mirandola non è ancora uscito di casa e l'ambasciatore [di Francia a Venezia, Jean de Morvilliers], per quanto il Casa ne sa, non ha fatto alcunché di nuovo. "Quanto alle cose del Turco [il Sultano Solimano il Magnifico]", non sa null'altro del Segretario Gerardo [Gerard Veltwijck, inviato imperiale nell'Impero Ottomano, cfr. Bart Severi, Denari in loco delle terre, in "Alta orientalia academia scientiarum hungaricae", vol. 54 (2-3), 2011, pp. 211-256]. Molti dicono, che essendosi il Turco liberato dei soffiani [le truppe dello Scià di Persia Tahmasp I] ed essendo invitato [ad un'alleanza] sia dai tedeschi che dai francesi, "non mancarà di pigliar questa occasione". I tedeschi del fondaco hanno messo in giro la voce secondo cui il duca di Sassonia [è probabile che qui ci si riferisca non al duca Maurizio ma al principe elettore Giovanni Federico I] si è lasciato catturare [da Carlo V], pentito di aver agito contro la sua stessa patria, ma di costoro ci si fida poco. Il signor Don Diego [Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia] è tornato a Venezia ammalato; è arrivato anche suo fratello Bernardo che dice di star portando all'esercito i denari raccolti in Spagna. La Signoria vorrebbe eleggere un ambasciatore per l'Inghilterra, per le continue richieste che ne fa il Re [Enrico VIII Tudor], il quale chiede anche che i veneziani mandino la "le galeazze" come essi usavano: hanno aspettato perché il tempo migliore per il viaggio sarà la primavera. Ha inteso ora che è tornato dalla Francia Domenico Arriano, mandato là da Piero Strozzi: farà il possibile per sapere cosa egli porti.
Fonte o bibliografia Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 76v – 77v, copia del segretario Erasmo Gemini. Inedita
Compilatore Boggiani Alessandro
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