Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Camerlengo [Sforza] [Guido Ascanio]
Data 15/10/1546 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Roma]
Incipit La Illustrissima Signoria ha ritenuto il corriero che doveva partir hiersera e hanno fatto hoggi Pregadi
Contenuto e note È stato in Senato per riferire la deliberazione del papa [Paolo III, nato Alessandro Farnese] sulla causa del Patriarca [Marino Grimani, patriarca di Aquileia, morto il 28 settembre di quell'anno]: la conferma del Patriarcato ha soddisfatto i nobili, Vittorio Grimani, il Principe [il Doge Francesco Donato] e i senatori. Il Casa ritiene che ne abbiano avuto grande consolazione perché l'attuale Patriarca [Giovanni Grimani] e la sua famiglia sono molto amati e la Signoria è molto gelosa delle cose del Friuli e di Aquileia. Aveva poi esposto i motivi per cui il papa non aveva potuto soddisfarli nella vicenda di Ceneda, cioè i difetti di età e di natali di Giulio [Grimani, nipote del vescovo Marino] aggiungendo che aveva il suo peso anche la rimozione del potere temporale a quel vescovado, operata dai veneziani [Marino Grimani aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia, arrogandosi quindi la piena giurisdizione sulla città. La Signoria aveva allora deciso di togliere al vescovado il potere temporale]. Quella rimozione dispiaceva al pontefice, al punto che aveva pensato di mandare un Commissario [Apostolico]. Il Doge aveva risposto che il Dominio si dispiaceva molto che il papa negasse loro questo desiderio, perché essendo Ceneda "in parte così vicina e così sensitiva nel corpo di questo stato", non potevano non desiderare che fosse retta da un loro concittadino, e in particolare da questo [Giulio Grimani], molto amato in città e la cui famiglia fa "ogni estrema diligenza", convinta che con questa concessione si laverebbe la macchia subita dal Patriarca [Marino Grimani era stato sia vescovo di Ceneda che Patriarca di Aquileia. Qui ci si riferisce alla sopracitata rimozione del potere temporale al vescovado appunto di Ceneda]. Al Casa pare che la richiesta non si sarebbe potuta fare in modo migliore e che "questa liberalità acquistarebbe et manterrebbe gli animi loro [dei Capi della Signoria] a la sede apostolica con singulare obligo", e che forse si potrebbe anche eliminare la deliberazione sul potere temporale. K13Il Doge ha aggiunto che, qualora il papa si degnasse di far loro questa grazia, essi non volevano altro commissario che il Casa stesso. Il Patriarca [Giovanni Grimani] dice che si metterà presto in cammino per venire a baciare i piedi del papa.
Fonte o bibliografia Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 56v – 57v, copia del segretario Erasmo Gemini. Parzialmente edita in Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in “Studi Storici”, XVI (1907), pp. 567+M16-569.
Compilatore Boggiani Alessandro
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