Mittente Della Casa Giovanni Destinatario Camerlengo [Sforza] [Guido Ascanio]
Data 18/9/1546 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Venezia Luogo di arrivo [Montefiascone]
Incipit Io scrissi per l'ultime mie quanto havea hauto in risposta dalla Illustrissima Signoria nella causa di Ceneda
Contenuto e note Ha scritto nell'ultima lettera la risposta della Signoria sulla causa di Ceneda [il vescovo Marino Grimani aveva emanato un proclama che obbligava a non ricorrere più in appello a Venezia, arrogandosi quindi la piena giurisdizione sulla città], "cioè che si rimetta mano a quanto avevano scritto al Clarissimo Oratore [l’ambasciatore veneto a Roma Giovanni Antonio Venier]”. I soldi della prima rata del deposito sono stati forniti puntualmente, ma i ministri di Sua Maestà [Carlo V d'Asburgo] non li hanno ancora ritirati, sostenendo che stanno aspettando un uomo inviato appositamente, che però non si è ancora visto. Quanto alla seconda somma, senza commissione espressa non si può chiedere che i mercanti la anticipino, ma ormai si è vicini al termine (fissato al 3 ottobre) e quindi il detto agente di Carlo V potrà ritirare entrambe le rate insieme [cfr. Lorenzo Campana, Monsignor Della Casa e i suoi tempi, in "Studi Storici", XVI (1907), pp. 376 e segg.]. Il Casa crede che i mercanti siano soddisfatti. Dopo l’avviso del 6 [settembre], portato da Mattio [il corriere Mattia Gherardi, cfr. O. Moroni, ‘Corrispondenza Giovanni Della Casa-Carlo Gualteruzzi’, B.A.V., Città del Vaticano, 1986, pag. 106], non si hanno notizie dall'esercito se non una lettera dell'11 in cui si dice che gli eserciti sono vicini "et che Monsignor di Bura [il conte di Buren, Maximiliaan van Egmont] era vicino due o tre giornate", in un luogo sicuro, anche se il Rettore di Feltro [Giovanni Lippomano, cfr. Gerolamo Bertondelli, ‘Historia della città di Feltre’, Vitali, Venezia, 1673, pag. 255] aveva fatto girare la notizia della rotta del Langravio [Filippo d'Assia]. Non sembra che la Signoria voglia fare alcuna deliberazione riguardante l'impresa. Il Casa ha potuto leggere un sommario di avvisi da Costantinopoli, in cui si dice: che un Cappucci, pascià dalmata, è stato fatto Capitano delle Galere; che "l'Orator di Francia [Gabriel de Luetz, Baron et Seigneur d'Aramon et de Vallabregues, ambasciatore francese nell'Impero Ottomano] havea chiesto licenza al Signore [il Sultano Solimano il Magnifico]"; che era presente in città un messo del Re di Portogallo [Giovanni III d'Aviz], forse per le Indie; che il complesso dei mezzi bellici era imponente, sia per mare che per terra, e probabilmente diretto in Ungheria; che il Beglierbei [governatore locale dell'Impero Ottomano] di Grecia era a Sofia. I collettori sostengono che per riscuotere il 5% delle decime per la Camera Apostolica è necessario un breve e il Casa ne supplica il Camerlengo [Guido Ascanio Sforza]. I luterani presenti a Venezia hanno diffuso la voce che a Ispruc [Innsbruck] è stato fermato un corriere diretto a loro, che portava lettere della lega di Smalcalda per la Serenissima. Aggiungono che Norimberga si è alleata con il Langravio [Filippo d’Assia]. Le ultime lettere dell'oratore in Francia [Marino Cavalli] avvisano che a corte si discute della possibilità che il Re [Francesco I di Valois] venga fino a Torino.

Fonte o bibliografia Ms. Vaticano Latino 14828, cc. 45v - 46, copia del segretario Erasmo Gemini. Inedita.
Compilatore Boggiani Alessandro
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