Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 8/6/1619 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit Rispondo brevemente alla vostra lunga lettera
Contenuto e note Richiamandosi direttamente all'epistola del giorno 11 maggio 1619, in cui aveva ventilato l'ipotesi di rinunciare alla corrispondenza con Sara, Cebà esordisce, nella risposta alla replica di lei nel frattempo sopraggiunta, discolpandosi dall'addebito di averle voluto negare con ciò la propria grazia. In primo luogo, egli non riconosce a se stesso alcuna grazia da donare; in ogni modo, se l'avesse, l'avrebbe già offerta interamente a lei, senza facoltà di sottrargliela più. Ad accennare alla sospensione del carteggio lo aveva spinto solo il timore di turbarla con l'insistenza sul tema della conversione alla fede cristiana (insistenza dettata, peraltro, dall'amore). Ribadisce poi il suo rango di servitore, che mai oserebbe obiettare all'agire del padrone nei propri riguardi. Infine, esorta Sara a non mandargli la coppa di cristallo della quale gli si anticipa l'invio: infinitamente più preziose di quel cristallo sono per Cebà le lacrime, anch'esse cristalline, che gli occhi di Sara hanno versato per lui.
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 35-36.
Compilatore Favaro Francesca
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