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Mittente |
Tasso Bernardo |
Destinatario |
Sanseverino Ferrante, principe di Salerno |
Data |
1547 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Salerno |
Luogo di arrivo |
[Salerno] |
Incipit |
Bastar vi doveva, Eccellentissimo Signor mio, d’aver con l’isperienza conosciuto che né pericolo di vita |
Contenuto e note |
Bernardo Tasso dedica a Ferrante Sanseverino [principe di Salerno e nipote di Carlo V] la raccolta epistolare edita nel 1549 su richiesta sua. Pone il volume sotto la sua protezione onde evitare le numerose critiche che gli saranno rivolte. Tramite i topoi della captatio benevolentiae e della diminutio personae, il segretario tenta di giustificare questa sua iniziativa editoriale e di riscuotere il consenso del pubblico. Dopo l’iniziale recusatio sulla propria responsabilità nella pubblicazione di lettere "fastidiose", sottolinea il proprio legittimo desiderio di gloria e chiede al signore di difenderlo contro chi non mancherà di riprenderlo per l’invenzione, lo stile, l’elocuzione, le metafore e così via. Nonostante tutto, fra mea culpa e difesa pro domo sua, ammette che le lettere sono degne di loda e verranno accolte come tali da un pubblico scelto, quello delle "persone di dottrina e di giudizio". Appoggia la propria prosa sull'autorità di Cicerone e di Platone [senza citare esplicitamente nessun'opera]. Ribadisce in conclusione la propria ubbidienza al principe promotore dell’iniziativa. |
Fonte o bibliografia |
Bernardo Tasso, Li tre libri delle lettere, alli quali nuovamente s’è aggiunto il quarto libro, ristampa anastatica dell’edizione Giglio, Venezia,1559, a cura di Donatella Rasi, Sala Bolognese (BO), Arnaldo Forni, 2002, pp. 7-12. |
Compilatore |
Fratani Dominique |
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