|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Giustiniani Pier Giuseppe |
Data |
1633 |
Tipo data |
Congetturale |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Raccomando le alligate, e me medesimo, se fa bisogno con Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Dichiara che desidererebbe essere da lui, per godere della sua compagnia oppure che lui fosse al suo eremo. Afferma, non trovando il modo di passare i giorni con altro conforto, di dedicarsi alla poesia e di aver dato ordine ovvero di aver disordinato molte delle sue "ciance", specialmente ha ridotto l''Amedeide' alla forma che aveva quando l'ha composta [continua la revisione del poema che lo impegna per tutto l'anno, privandolo delle aggiunte imposte da Carlo Emanuele I dopo il 1607 (l'edizione del 1620 comprendeva ben ventitrè canti): Carlo Emanuele I era morto nel luglio 1630 e nessun vincolo pare legare Chiabrera alla corte del figlio Vittorio Amedeo I. La "Amedeide" verrà quindi pubblicata a Napoli, presso Scoriggio, nel 1635 e comprenderà solo dieci canti come la ristampa di Genova, Guasco, nel 1654], non facendo altro che togliere quelle parti che gli amici e il Duca stesso lo costrinsero ad aggiungere, con l'unica ragione di soddisfare il gusto del secolo presente. Ammette di voler dare soddisfazione a chi si intende del mestiere, ma si domanda chi possa ergersi come indovino certo su ciò che può piacere o meno al pubblico. Consiglia infine al Giustiniani di rinvigorirsi dall'aria autunnale con del vino non dolce ma rinfrescato con la neve, come fa lui. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 432 |
Compilatore |
Dell'Orto Chiara |
|
|
|
|
|
Torna all’elenco dei risultati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|