Mittente Chiabrera Gabriello Destinatario Giustiniani Pier Giuseppe
Data 1633 Tipo data Congetturale
Luogo di partenza Savona Luogo di arrivo [Genova]
Incipit Alla lettera di Vostra Signoria io risponderò parte per parte
Contenuto e note Dichiara che lo consola sentire che Tamborino abbia contribuito in parte alla gloria di Fassolo e che la signora Maria Giovanna non deve ringraziare per la "scrittura", ma anzi deve essere ringraziata [dedicato a Maria Giovanna Giustiniani è il poemetto sacro "La pietà di Micol", già edito in "Delle poesie di Gabriello Chiabrera", Firenze, Pignoni, 1627 e "Delle poesie di Gabriello Chiabrera volume quarto", Firenze, Pignoni, 1628. A lei è dedicato anche "Delle lodi di Santa Apollonia, Genova, Pavoni, 1631. Ma probabilmente qui è in questione un componimento scritto da Chiabrera in onore di Fassolo e dei suoi ospiti. Tamborino è comunemente inteso come il nome del cane di Maria Giovanna Giustiniani] perché senza una simile occasione della padrona, il cane non poteva essere lodato. In merito al poemetto composto dal Giustiniani alla maniera del Ciampoli, ribadisce che non deve abbandonare la "via de' Greci", ma nemmeno deve farsi servo. Un ingegno fiero, infatti, deve seguire i propri desideri e mostrare bravura, ognuno deve percorrere il proprio cammino poiché ci sono mille strade che portano al Parnaso. L'Ariosto non sarebbe quello che è, se avesse obbedito ad altri, invece che a sé stesso [potere discrezionale del poeta di contro all'autorità dei modelli]. Per il suo stomaco, gli consiglia due o tre cose: non perdere un pasto, non bere freddo ma fresco [secondo l'uso del poeta significa bere vino dolce mischiato a neve o acqua gelida] e non innamorarsi di vino dolcissimo. Afferma che la salute è la dama più bella del mondo, per la quale ogni cavaliere deve sostenere qualunque pena. Riguardo alle "cose di Roma" non può che lodare la sua prudenza [non è chiara l'allusione. Spesso nelle lettere si fa riferimento a vicende di Roma avverse all'amico genovese]. Riguardo al particolare della poesia, si scusa per i suoi errori. Afferma che non c'è uomo più destinato di lui alla poesia [la datazione proposta è giugno 1633. Sono determinanti la questione della malattia di Giustiniani e i riferimenti alle vicende di Roma]
Fonte o bibliografia Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 428
Compilatore Dell'Orto Chiara
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