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Mittente |
Chiabrera Gabriello |
Destinatario |
Giustiniani Pier Giuseppe |
Data |
12/6/1633 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Savona |
Luogo di arrivo |
[Genova] |
Incipit |
Mi dice Francesco, che Vostra Signoria non ha buona sanità |
Contenuto e note |
Scrive al Giustiniani poiché Francesco [Francesco Bogliano, nobile genovese o Francesco Chiabrera, forse cugino del poeta e amico del Giustiniani] l'ha informato che non è in buona salute. Consiglia al Giustiniani di ordinare il suo modo di vivere: mangiare poco e bene, ripartire le vivande per il pranzo e per la cena, bere poco e non freddo, vino maturo e non dolce e mantenere questo tenore per mesi, poiché il male non si abbatte in un momento. Gli augura con questa norma di vivere, di riacquistare il vigore, che quarant'anni non devono perdere [utile l'indicazione fornita sull'età del Giustiniani, intorno ai quarant'anni: la nascita è fissata al 1591 o 1592]. Afferma di riordinare le sue poesie e di aver riordinato tutte le liriche, così da porterle far stampare, a Genova o altrove, di destinare i giorni noiosi dell'estate a poemi e di non vedere le Muse ma di distrarsi con qualche prosa [il riordino del corpus poetico è un tema costante dal 1632 in poi: interessante è qui l'accenno a nuove scritture in prosa, comunque difficili da identificare]. Nonostante senta i "messi di morte" [citazione di Petrarca] non abbandona la voglia di girare la Toscana, tornare in Lombardia e riposarsi nell'eremo che sta preparando a Legine. Conclude affermando che non si vive in terra, ma ben si può guadagnare la vita promessa in cielo. Saluta gli amici e omaggia i padri Semino e Bianchi [Francesco Semino, genovese e gesuita; Andrea Bianchi, gesuita genovese che pubblicò diverse opere, per lo più orazioni e libri di epigrammi]. |
Fonte o bibliografia |
Gabriello Chiabrera, Lettere, a c. di Simona Morando, Firenze, Olschki, 2003, num. 427 |
Compilatore |
Dell'Orto Chiara |
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