Mittente Franco Veronica Destinatario
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Venezia] Luogo di arrivo
Incipit Non è stata così grande la mia grandissima disgrazia
Contenuto e note Franco ringrazia un ignoto destinatario per aver avuto la sua protezione nella causa che si svolse in sua assenza; durante la quale, lui non solo l'ha difesa dagli insulti, ma ha permesso che vincesse grazie alle sue lodi, che, poiché espresse da una tale autorità, sono state poi confermate da tutti i presenti. Dichiara di essere stata informata di quanto accaduto da uno dei presenti e che il merito della vittoria è del destinatario, benché la sua causa era così giustificata che nel trattamento non poteva che raggiungere una tale conclusione. Si duole di essere stata ingannata da quel "gentiluomo" ma non basta, per non essere ingannato, non ingannare, pertanto si sforzerà, in ricordo di quanto accaduto, di farsi più cauta per l'avvenire. Spera che questo male sarà ragione di infiniti beni futuri e che chi è venuto meno alla parola datale, sarà oggetto di un "pentimento senza frutto e continuo rodimento di cuore", simile a quello di "quei Tizii" [si riferisce a Tizio, il gigante figlio di Giove e di Gea, che per avere osato tentare Latona fu ucciso da Apollo, figlio di lei, e fatto precipitare agli Inferi, dove venne condannato a giacere disteso per l'eternità, mentre due avvoltoi gli rodevano il fegato che ricresceva continuamente. (Omero, Odissea, XI 576-81, Virgilio, Eneide, VI 595-600, Ovidio, Metamorfosi, IV, 457-58)], dei quali l'antichità narrò per esprimere il dolore che sente l'animo quando capisce il suo sbaglio.
Fonte o bibliografia Veronica Franco, Lettere, a cura di Stefano Bianchi, Roma, Salerno editrice, 1998, num. XXXI, pp. 89-91
Compilatore Dell'Orto Chiara
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