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Mittente |
Franco Veronica |
Destinatario |
[Zacco] [Bartolomeo] |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Venezia] |
Luogo di arrivo |
[Padova] |
Incipit |
Poich'io non posso lodar a bastanza le divine opere di Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Franco invia in segno di gratitudine ad un ignoto destinatario due sonetti [non acclusi alla missiva], nei quali ha impiegato le stesse rime dei quattro da lui composti "con obligo così stretto di rime" in sua lode, in modo da averne composti quattro anche lei [restano di Veronica soltanto due sonetti "epistolari" inviati ad una stessa persona, e cioè al padovano Bartolomeo Zacco, amico di Domenico Venier e frequentatore del suo circolo accademico veneziano: "Dolce del vostro amor mi è indizio stato" e "D'alzarmi al ciel da questo stato indegno", sonetti XIII e XIV in V. Franco, Rime, a cura di Stefano Bianchi, Milano, Mursia, 1995]; si duole di non potergli fare visita come aveva progettato, perdendo così anche l'occasione di recarsi da una sua "zia monaca" [suor Marina, monaca del monastero di S. Bernardino in Padova. Da questo particolare si deduce che la lettera fu indirizzata a Padova, cosicché può essere ipotizzato che suo destinatario fosse proprio lo Zacco], ma un imprevisto gliel'ha impedito. |
Fonte o bibliografia |
Veronica Franco, Lettere, a cura di Stefano Bianchi, Roma, Salerno editrice, 1998, num. VI, pp. 42-44 |
Compilatore |
Dell'Orto Chiara |
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