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Mittente |
Meninni Federigo |
Destinatario |
Aprosio Angelico |
Data |
5/1/1661 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Ventimiglia |
Incipit |
Bugiarda ha fatto credermi Vostra Signoria quella sentenza |
Contenuto e note |
Meninni scrive all’Aprosio senza conoscerlo, se non di fama, e con l’occasione gli invia una copia del suo libro da poco stampato [‘Poesie, Napoli, de’ Bonis, 1660] contenente anche un sonetto dedicato al Ventimigliese [incipit: L’anno estinto rinasce, e nell’Occaso]. Il Meninni, ambizioso di sapere, è stato infatti conquistato dalle virtù letterarie del frate, ed è stato da lui in qualche modo ‘attirato’ facendo apparire bugiarda – così si esprime – quella massima che dice che “un agente non possa operare da distante”: è riuscito infatti l’Aprosio dalla lontana Ventimiglia ad agire come una calamita nei confronti del Meninni in Napoli. Lo scrivente, che spera che in breve si pubblichi in Venezia la seconda parte del suo libro, si congeda dall’Aprosio ponendosi in attesa di ricevere i di lui comandi. |
Fonte o bibliografia |
Clizia Carminati, Lettere di Federigo Meninni al padre Angelico Aprosio, "Studi Secenteschi", XXXVII (1996), pp. 195-96 (lettera I) |
Compilatore |
Giulietti Renato |
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