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Mittente |
Tarabotti Arcangela |
Destinatario |
[Aprosio] [Angelico] |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Venezia] |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
A fin che Vostra Signoria Reverenda sappia non aver del verisimile ch'Ella |
Contenuto e note |
Invia una copia del frontespizio del manoscritto 'Maschera discoperta' [(Angelico Aprosio) 'La maschera scoperta di Filofilo Misoponero', mss. Genova, Biblioteca Universitaria, E.II.39 e Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, VI.29, ora edito in Emilia Biga 'Una polemica antifemminista del '600. La maschera scoperta di Angelico Aprosio', Ventimiglia, Civica Biblioteca Ambrosiana, 1989, pp. 93-174], prova delle intenzioni del corrispondente di stamparlo con il nome intero della suora. Lo esorta a negare l'evidenza, così come l'atto di aver letto l'opera a molti gentiluomini con il suo nome espresso. La sua unica pretesa era quella di veder tolto il suo nome. Gli ricorda che "l'ufficio di buon predicatore è di detestar il male, ma senza nominare i delinquenti". Accenna alle voci, fatte circolare da Aprosio, che sostenevano che lei non fosse l'autrice del 'Paradiso [monacale]' [Venezia, Oddoni, 1643]. Lo invita a non lodarla, poiché essendo colma di imperfezioni, tali onori potrebbero compromettere la sua reputazione. |
Fonte o bibliografia |
Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, a cura di Meredith Ray e Lynn Lara Westwater, presentazione di Gabriella Zarri, Torino, Rosenberg & Sellier, 2005, pp. 246-247 |
Compilatore |
Locatelli Giulia |
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