Mittente Tarabotti Arcangela Destinatario [Brusoni] [Girolamo]
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Venezia] Luogo di arrivo
Incipit Non so qual fatalità voglia che sempre abbiamo da lamentarsi l'uno dell'altro senza
Contenuto e note Lamenta le difficoltà della corrispondenza epistolare mediata da terzi. Promette di inviare al destinatario le sue lettere a patto che questi faccia altrettanto con quelle della suora. Lo informa che il signor N. [Giovanni Dandolo] ha intenzione di pubblicare alcune lettere della monaca, scegliendole tra quelle che gli erano state inviate dalla signora N. [Betta Polani]. [Giovan Francesco] Loredano si compiace della raccolta e mostra impazienza per l'attesa causata da "quel Saturno" [Giovan Francesco Morosini: aveva cercato di proibire lo scambio epistolare per le suore di clausura]. Tarabotti dichiara di non temere gli inganni e le difficoltà, forte dell'essere stata sempre fedele a sé stessa, "quella ch'ha fabricata la 'Tirannia paterna' [pubblicata postuma con il titolo 'La semplicità ingannata. Di Galerana Baratotti', Leida, Gio. Sambix, 1654] [...] Replico perciò che Saturno non domina la mia mano e non registra il corso della mia penna, la quale arditamente vola innanzi ai maggiori potentati". Lo invita a non cercare nelle librerie di Venezia i suoi ultimi due libri di materia spirituale, perché, seguendo i suoi ordini, [Nicolas Bretel de] Grémonville ne aveva fatti stampare pochi, "solo a sodisfazione degli amici". Rivela che questi libri non hanno subito il vaglio della critica. Non intende inviarli al corrispondente per il "continuo sdegno" a lei mostrato.
Fonte o bibliografia Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, a cura di Meredith Ray e Lynn Lara Westwater, presentazione di Gabriella Zarri, Torino, Rosenberg & Sellier, 2005, pp. 213-215
Compilatore Locatelli Giulia
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