Mittente Tarabotti Arcangela Destinatario Bretel de Grémonville Nicolas
Data 1648 Tipo data Congetturale
Luogo di partenza [Venezia] Luogo di arrivo
Incipit Non altra penna certo che quella di Vostra Eccellenza Illustrissima avrebbe vergato il
Contenuto e note Ringrazia il destinatario, ambasciatore francese presso la Repubblica di Venezia, per una sua lettera ricolma di lodi. Si congratula per la nascita di un figlio, che, insieme al fratello [Marco; vd. "Ecco i debolissimi tratti della mia penna che portano non meno a Vostra Eccellenza che", inviata dalla suora all'ambasciatore stesso], "feconderanno il nostro secolo d'un Platone e d'un Aristotile". Loda la progenie, elletta dalle "eccelse prerogative" dei genitori [il destinatario e Anne-Françoise de Loménie] e dalla protezione della Vergine, essendo nati a Venezia. Offre dei versi, "Quest'Alcide novell'erger sul colle". Mostra di comprendere la scelta del corrispondente di tornare in Francia; a Venezia i contatti di Bretel sono limitati a quelli con "povere prigioniere". Si spiace che "le figliuole vadino ad isperimentar la T[irannia] P[aterna]" [allusione alla sua opera, pubblicata postuma con il titolo 'La semplicità ingannata. Di Galerana Baratotti', Leida, Gio. Sambix, 1654]. Confessa di sentirsi abbattuta per la morte di [Giacomo] Pighetti e per le precarie condizioni di salute. Dà notizia del felice matrimonio e della scelta di restare nubile di due donne conosciute da Nicolas Bretel. Introduce la controversia relativa ad un trattato che asserisce che le donne non siano della specie degli uomini ['Che le donne non siano della spetie degli huomini. Discorso piacevole tradotto da Horazio Plata romano' (Lione, Gasparo Ventura, 1647), edito a Venezia nel 1647 da Francesco Valvasense].
Fonte o bibliografia Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, a cura di Meredith Ray e Lynn Lara Westwater, presentazione di Gabriella Zarri, Torino, Rosenberg & Sellier, 2005, pp. 141-145
Compilatore Locatelli Giulia
Torna all’elenco dei risultati