Mittente Tarabotti Arcangela Destinatario Loredano Giovan Francesco
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Venezia] Luogo di arrivo
Incipit Con quale perplessità d'animo cagionata in me da riverentissimo ossequio io mi presenti
Contenuto e note Restituisce la 'Donzella' [(Antonio Santa Croce) 'Donzella fedele', Venezia, Valvasense, 1648] e richiede 'L'Anima del Zeno' [probabilmente l'opera, fondata sulla figura di Renier Zeno, non esiste, è un'invenzione del Loredano]. Avvia una difesa delle donne, incentrata sulla figura della papessa Giovanna e su un discorso di Socrate [contenuto nel V libro della 'Repubblica' di Platone]. Mostra soddisfazione per la presa di posizione della Chiesa nei confronti di coloro che non ritengono che le donne siano della stessa specie degli uomini [controversia generata dalla pubblicazione del trattato 'Che le donne non siano della spetie degli huomini. Discorso piacevole tradotto da Horazio Plata romano', Lione, Gasparo Ventura, 1647; tradotto in italiano, probabilmente dallo stesso Loredano, edito a Venezia nel 1647 da Francesco Valvasense, che nel 1649, a causa di questo, viene condannato dall'Inquisizione a scontare una pena più lunga (si trova già in carcere)]. Si mostra turbata per le parole di un signor N. che la vedono "decaduta dalla grazia" di Loredano. Spera che le sue parole non siano state equivocate e che l'alta frequenza delle sue lettere non abbia tediato il destinatario.
Fonte o bibliografia Arcangela Tarabotti, Lettere familiari e di complimento, a cura di Meredith Ray e Lynn Lara Westwater, presentazione di Gabriella Zarri, Torino, Rosenberg & Sellier, 2005, pp. 115-117
Compilatore Locatelli Giulia
Torna all’elenco dei risultati