Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 9/3/1619 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit Delle femine si truovano assai, Signora Sarra nobilissima; ma delle donne, poche
Contenuto e note Di Sara - donna nobilissima, e pertanto suo eletta interlocutrice - Cebà ricorda commosso la missiva datata 24 febbraio, detta "dolcissima": elogia la generosità di lei e ancora giustifica il diniego di Marco ad accettare altri doni, cui già aveva alluso nella lettera con data 23 febbraio 1619, il cui inizio suona: "Piacesse a Dio, signora Sarra gentilissima". Solo se Sara fosse Regina e lo volesse quale proprio Segretario, Cebà accetterebbe di arricchirsi grazie al tesoro delle sue confidenze. Infine, egli ringrazia la giovane donna per la stesura di un sonetto in memoria di suo fratello Lanfranco; alla riproduzione del componimento di Sara segue un sonetto di Cebà, con le medesime parole rima. Si riportano gli incipit dei due sonetti: "SIGNOR pianto non merta il gran Lanfranco" e "NON piango, o Sarra, il mio fratel Lanfranco".
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 27-29.
Compilatore Favaro Francesca
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