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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Copia (Copio) Sara (Sarra) |
Data |
26/1/1619 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Ancora ch'io v'abbia visitata più volte per lettere |
Contenuto e note |
Cebà anticipa a Sara la visita di un suo messo, il servitore Marco, incaricato di recare a lei e al suo sposo (d'animo inevitabilmente nobile, visto che a Sara è congiunto) i saluti di Ansaldo e l'omaggio di un po' di frutta per il prossimo Carnevale. Le invia un libro tradotto dallo spagnolo in italiano [si tratta probabilmente di parte dell'opera, dedicata alla religione cristiana, di Luis de Granada, che pubblicò a Venezia in traduzione, nel 1590, il "Breve trattato aggiunto, nel quale si dichiara la maniera che si potrebbe tenere in proporre la dottrina della nostra Santa Fede, & religione christiana alli novi fedeli"], e sostiene infine che l'amore gli dettò la canzone riprodotta a seguito della missiva, la cui leggiadria deriva tutta da Sara stessa. La canzone è dedicata "Alla Signora Sarra Coppia, sopra la pettiniera da lei mandata; nella quale, oltre all'altre cose, erano anche effigiate alquante virtù"; il verso d'inizio è: "O Se, come al vivo espressi". |
Fonte o bibliografia |
Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 19-25. |
Compilatore |
Favaro Francesca |
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