Mittente Castiglione Valeriano Destinatario [Savoia] [Vittorio Amedeo I]
Data 16/12/1634 Tipo data effettiva
Luogo di partenza dal Castello di Torino Luogo di arrivo
Incipit Dopo Dio, et la salute dell'anima mia non ho pensiero più tenace, che del servitio di Vostra Altezza Reale.
Contenuto e note Dopo alcuni "sensi diretti all'utilità dello stato, alla ricchezza dell'errario, all'accrescimento del patrimonio et ad un sussidio ecclesiastico per le fortificazioni" già affidati a Benzo [Amedeo, Presidente del Fisco regio], Castiglione dichiara di volergli inviare personalmente un progetto per la risoluzione della ribellione di Ginevra. Intanto, continua a provare a ricavare da [Pietro Antonio] Ballada le informazioni richieste dal duca [circa la questione della finta possessione di Caterina Roera, che era in realtà una messa in scena, manovrata da Tommaso Pasero, Segretario di Stato, per screditare il primo ministro Lelio Cauda]. Racconta del comportamento dello stesso Pasero negli ultimi giorni, sempre in relazione al medesimo fatto. Dopo queste manifestazioni di fedeltà, protesta la sua imperitura lealtà [Castiglione si era in realtà prestato alla congiura, coinvolto da Pasero, ma ora cercava di tirarsene fuori] e si rammarica della disonestà di quanti hanno deposto spergiurando il falso [si tratta probabilmente di Girolamo Rebiolo, Inquisitore generale di Torino, Baldassarre Messerati, Generale delle Poste, e dello stesso Pasero]. Egli invierà una sua difesa al Benzo. Supplica il duca di volergli far rendere i suoi scritti, sottrattigli al momento dell'arresto e fatti cercare perfino nelle case degli amici dal [probabilmente Giacomo Maurizio] Passeroni. Lo prega di inviargli del denaro per pagare i creditori e di volergli riconfermare la rendita posta sul tasso di Cherasco.
Fonte o bibliografia Torino, Archivio di Stato, Materie politiche interno, Lettere particolari C, mazzo 46
Compilatore Continisio Chiara
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